lunedì 8 aprile 2013

libro, cinema, mostra


 Il valzer degli addii è un roimanzo in cinque atti definito dall’autore stesso come composto di una sola materia, raccontato con lo stesso tempo, molto teatrale.
La storia inizia con la telefonata tra Ruzena, infermiera di un piccolo centro termale a qualche ora di treno da Praga, e Klima, noto trombettista nazionale, per l’annuncio di una gravidanza provocata da una loro passata notte di passione. Il romanzo, che si sviluppa nell’arco temporale di cinque giorni, descrive il grottesco tentativo di Klima, che oltre ad essere un artista famoso è anche sposato con Kamila, moglie consumata dalla gelosia, di convincere ad abortire Ruzena, sua amante di una notte.
L’autore permette all’interno del racconto il nascere di un intrecciarsi di rapporti di complicità maschile, attraverso i quali inserisce temi di carattere etico-religioso. Grazie ai personaggi direttamente coinvolti nella gravidanza e le altre figure che partecipano poi alla vita e allo sviluppo degli avvenimenti dei protagonisti, Kundera tocca temi relativi alla tutela della vita sin dalla sua prima espressione, la procreazione, il rapporto di coppia, la gelosia, visioni della vita e dei rapporti tra le persone, usando ad arte e come sempre il diverso punto di vista dei personaggi, che altro non sono che espressione di differenti prospettive di pensiero. Importanti sono quindi anche gli altri personaggi che si trovano nel libro:
- Bertlef, americano facoltoso di mezza età che conquista con il proprio senso di cristianità arcaica, scevra delle sovrastrutture conciliari;
- Skreta, ginecologo, medico dotato di un elastico senso dell’etica, capace di far rientrare nell’alveo della propria coscienza tanto la dedizione con la quale cura le proprie pazienti dalla sterilità quanto l’autorizzazione alle pratiche abortive rilasciate per compiacere amici e conoscenti;
- infine Jakub, ’Deus ex machina’ che risolverà, suo malgrado, la situazione, e che introduce nel romanzo il terzo elemento rispetto al duopolio fede-scienza: il caso.
Con Il valzer degli addii siamo di fronte ad un’altra grande opera di Milan Kundera.

Ho letto il libro tutto d'un fiato, bellissimo!
Credo di poter dire che Kundera è lo scrittore che preferisco al momento seguito da Peter Camerum.


Il lato positivo

TRAMA DEL FILM IL LATO POSITIVO - SILVER LININGS PLAYBOOK: 
Pat Peoples, ex insegnante di storia delle superiori, è stato appena dimesso da un istituto per malattie mentali. Pat si ostina a credere di essere stato in cura per pochi mesi e non per quattro anni e ha intenzione di riconciliarsi con l'ex moglie. Rifiutando l'idea che sia passato così tanto tempo e che la loro sia una separazione definitiva, Pat trascorre i giorni nell'attesa febbrile della riconciliazione cercando di diventare l'uomo che la moglie ha sempre desiderato. Nel frattempo però viene inaspettatamente distratto da una bella e problematica vicina di casa..

USCITA CINEMA: 
GENERE: Commedia, Drammatico
REGIA: David O. Russell
SCENEGGIATURA: David O. Russell
ATTORI: 
Bradley CooperJennifer LawrenceRobert De NiroJulia StilesTaylor SchillingChris TuckerShea WhighamDash MihokJohn OrtizAnupam KherJacki WeaverBonnie AaronsBrea Bee
FOTOGRAFIA: Masanobu Takayanagi
MONTAGGIO: Crispin StruthersJay Cassidy
MUSICHE: Danny Elfman
PRODUZIONE: Mirage Enterprises, Weinstein Company

Non mi è piaciuto molto, non da Oscar secondo me.
Troppo logorroico, la mamma del protagonista troppo da cartoon, personaggi eccessivi, disturbati, poco realistico, le basi sembrano quasi di una commedia che di un film drammatico .
Risalta le fragilità umane al punto da chiedersi dove si situi la vera follia, negli istituti di igene mentale o semplicemente all'interno delle nostre case?
Tanti gli spunti per una riflessione, questo è il lato positivo del film.
C'è stata solo una frase che mi è piaciuta:Quando Pat dice alla strana ragazza conosciuta da poco tempo:-tu sei una troia- e lei le risponde:- si, è una parte di me ed io amo anche quella parte perchè mi appartiene- le nostre debolezze frazionandole formano l'intero del nostro essere, non gli schemi prestabiliti dalla società.

La mostra

Non ho avuto molto tempo per andare a visitare delle mostre di recente, neanche le mie.
Ieri sono andata a visitare la mostra collettiva nella sala mostre del Castello inferiore dove è esposta una mia opera.
Ho avuto ancora la sensazione guardando il mio dipinto in mezzo agli altri di un'immagine infantile, pennellate infantili, molto innocente rispetto alle altre opere, ho quasi pensato che il percorso di crescita pittorica sia indietro o non all'altezza, poi mi sono venute in mente le parole che mi disse il grande Critico Paolo Levi a Monreale.
Mi disse:" quando si guarda attorno non si senta mai inferiore, non copi, non segua un cammino tracciato da molti, segua il suo istinto espressivo, ci doni la sua innocenza, i suoi colori..non nota come si distingue?- Ho delle belle foto di quel momento, il suo sorriso, ieri le ho riguardate, per non scoraggiarmi mai, mi sembrano tutti molto bravi, molto più bravi, invece ognuno di noi artisti esprime se stesso e vive il suo incontro con la materia.

2 commenti:

  1. Il libro mi incuriosisce molto: segnato!

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  2. Ciao Ale, per quel che vale io la penso esattamente come il critico Paolo, tieni cara la tua "semplice" unicità, perchè per essere bravi la tecnica conta, ma il cuore viene raggiunto assai prima dall'emozione che trasmetti,e a me i tuoi dipinti ne portano tanta.

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