lunedì 6 ottobre 2014

Anime Nere


Tratto dal romanzo di Gioacchino Criaco incentrato su una famiglia della "Ndragheta tra traffico di droga e riciclaggio, "Anime nere" di Francesco Munzi.
Un film dal taglio epico, quasi shakespeariano, agevolato dal fatto che la struttura della Ndragheta, a differenza di quella mafiosa o cammorristica, punta molto di più sulla famiglia.
Racconta Munzio: "il mio film racconta uno scontro fra clan rivali, ma anche la frattura, ancora più drammatica, che si scatena all'interno della famiglia dei miei protagonisti. Insomma l'approccio alla storia è di taglio realistico-sociologico, ma l'approdo è decisamente romanzesco".

La figura più struggente è quella di Luciano, il fratello maggiore della famiglia intorno a cui rotea tutta la storia. Un uomo che ama e cura gli animali e non accetta la mentalità del luogo fatta di paure, vendette, rivalse, un uomo rispettoso, semplice. Sarà lui a sorprendere tutti nel finale, a fare giustizia a modo suo per interrompere un circolo vizioso di morti senza fine.
La scena che mi è rimasta maggiormente impressa e quella del paese d'Aspromonte in una serata ventosa con grandi nuvoloni che fa presagire un temporale, le capre si avvicinano tutte alla casa di Luciano per ripararsi come impazzite, un primo piano di una di esse lo osserva dalla grande vetrata, dove si scorge un uomo disperato dagli occhi folli.

Un film drammatico che mi ha vista più di una volta nascondere lo sguardo con la mano,non è precisamente il mio genere, però non si può vivere fingendo ipocritamente che tutto sia bello e carino e che non esista sofferenza ,dolore o realtà diverse da quella in cui viviamo, credo sia giusto almeno sensibilizzarci e riflettere affinchè il male non diventi così libero e potente perchè lasciato muoversi del tutto indisturbato.


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