lunedì 31 agosto 2015

tutto è notte nera Umberto Matino





"Esistono davvero le preghiere in cimbro?-
...Vater unzer der do pist in die Himmele,
geailegbet wer dain namo; zukem dain Raik, Azò saiz!
........


La sua memoria riformulò, sillabando, i lamenti funebri nel dialetto grico salentino di sua nonna:

...panta nifta scotini...
panta nifta scotinì

tis esèa psunnà, Kiatiramu,
motti e emèra en apsilì?
etttù cau e pant'an ìpuno,
panta nifta scotinì.


" Il grico salentino era una lingua che veniva anch'essa da un'altra nazione e che aveva attraversato i flutti del mare Adriatico, così come il cimbro aveva attraversato la distesa montuosa delle Alpi"

Così il nuovo romanzo i Umberto Matino ha attraversato la mia mente, il mio cuore, i miei ricordi, lo spirito atavico della mia esistenza.
Il romanzo è scritto sotto forma di un giallo, incalzante, ritmico, capace di lasciare il lettore con il fiato sospeso, incantato e legato con la mente al suo fluire tumultuoso come un torrente di montagna.

"Tutto è notte nera"

E' anche un romanzo storico, è fiaba, la ricerca delle proprie radici, il proprio tessuto di vita.
Un'articolata ricerca storica sui popoli, le religioni, gli accadimenti, il misticismo, il bisogno di libertà che ha caratterizzato per secoli il territorio veneto e le sue genti.
Così ci si inoltra per le sue valli, si scoprono monumenti, tesori, chiesette, si odono nell'aria preghiere sussurrate dal vento.
Poi si ha paura, perchè la notte è buia, i sentieri impervi, le case abbandonate.
In contrada la gente del paese di montagna ti scruta con occhi severi ed il pensiero semplice, sorridi alle loro espressioni, le ritrovo nel linguaggio della mia infanzia, nei ricordi delle passeggiate con il maestro delle elementari venuto dalla città capace di tirarsi dietro le fucilate dei contadini a cui pestava l'erba da taglio con le corse dei suoi alunni.
Le scale di legno, le riunioni di gruppi religiosi nel vicentino, sentirsi serenissimi o popoli del Nord. Le case di pietra, l'amore appena accennato, l'amicizia e la libertà. Un libro per non dimenticare, per sorridere, per capire ed aprire la mente al nostro mondo, al nostro vissuto, alla semplicità che poi non è così semplice.

Umberto Matino secondo me ha scritto un capolavoro, non esagero.
E' un libro perfetto che annovero fra i libri più importanti nel mio percorso letterario.
Come si dice?
Un libro che mi ha cambiato la vita?
No, direi un libro che aiuta a ritrovare il senso della propria vita.

Così sabato sera, seduta con i miei amici in pizzeria ne abbiamo parlato con entusiasmo. Dallo spunto del libro di Matino abbiamo parlato di politica, di inquisizione, di montagne, di valli, di monumenti, di Vicenza, della Valdastico, di filosofia, poesia. Abbiamo riso dell'umorismo di Umberto, si, perchè lo scrittore ci ha fatto ridere, non è mai stato pesante. Le ricerche storiche vengono raccontate di fronte al panorama della città di Vicenza davanti ad un piatto di formaggio e vino buono, l'ingenuità non manca e neppure le divertenti e significative espressioni dialettali. Perchè la lingua, l'origine del nostro modo di esprimerci, i detti, le massime rappresentano ciò che noi siamo. Il contenuto delle nostri origini riassume ciò che siamo, pensiamo, sogniamo.

E' difficile descrivere tutte le sensazioni provate nella lettura di questo romanzo, sono moltissime, posso solo consigliare di LEGGERLO,
altrimenti si perde una lettura semplicemente magnifica.


1 commento:

  1. Ciao, Alessandra.
    Non conosco questo Autore ma dall'insieme delle riflessioni che riassumi, sembrerebbe piuttosto interessante.
    Infatti, molti degli scrittori che sanno davvero toccare il nostro cuore e la nostra mente, sono quelli che sanno "riannodare" il filo del passato in modo da ricongiungerlo qua, al presente.
    In caso contrario, appunto il nostro presente sembrerebbe casuale o addirittura, privo di senso.
    Inoltre, in tutto questo l'umorismo svolge un ruolo fondamentale: impedisce sia ai lettori che all'Autore la seriosità... che è cosa ben diversa dalla serietà: così come (stando a Flannery O' Connor) il sentimentalismo è ben diverso dal sentimento.
    Appena possibile vedrò di beccarmi il libro.
    Buona serata
    Riccardo

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