lunedì 14 ottobre 2013

Due madri - Roberto Vecchioni, i non appartengo più





Nina due madri ti seguono,
si specchiano dentro i tuoi occhi di cielo,
innamorate dal giorno
che ti hanno cercata e voluta davvero
Cloe io so cosa pensi:
due madri son tante,
però siete in due,
e si dividono a turno
i tuoi sorrisi e le lacrime sue
E si portano dietro quel giorno
sfiorato di prime tremanti parole,
come amore alla faccia del mondo,
come l’unica via per non essere sole
Come il sole all’inferno,
come un fiore d’inverno.
e l’inizio di un sogno
Nina due madri son come
la luna di notte
e il sole di giorno,
come due storie e due trame
di una stessa favola
per prendere sonno
Cloe non credere ai tanti tamburi di latta
del mondo normale,
se grideranno allo scandalo
mettiti a ridere perchè sei speciale
Datemi sempre la mano
perchè sono vecchio e non vedo lontano,
camminatemi sempre davanti
ho i sogni leggeri ma i piedi pesanti,
Ditemi sempre la strada
per me fa lo stesso
dovunque si vada
e non statemi a prender sul serio,
se dico che i sogni li ho persi nel cielo
Voi non state a sentire,
dico tanto per dire,
e mi va di scherzare.
Quando l’airone discese
portandovi in volo
tra i raggi del sole
Le vostre madri vi han preso
la penna d’argento
che toglie il dolore;
Ditemi sempre la strada
per me fa lo stesso
dovunque si vada
e non statemi a prender sul serio
se dico che i sogni li ho persi nel cielo
Dico tanto per dire,
per non farmi capire,
per non farmi soffrire



Io non appartengo più alle cose del mio tempo,
non mi riconosco più, lì nascosto dietro un canto.
Non mi basta nemmeno il cuore per giustificare, capire, sentire, immaginare.
Non mi basta la forza degli per voltarmi e non guardare.
Io non appartengo più quando un uomo è clandestino,
in una nave senza rotta già segnata dal destino.
Io non appartengo più ai borghesi, agli inciuciai, alle banche, ai cazzinculo e mi scuso,
ma c’ho pure il dubbio che sia perfino Dio un refuso.
Sono sveglio dentro un sogno di totale indifferenza,
che persino tra le gambe mi si è persa la pazienza.
Io non appartengo al tempo del delirio digitale,
del pensiero orizzontale,
di democrazia totale.
Appartengo a un altro tempo scritto sopra le mie dita,
con i segni di chitarra che mi rigano la vita.
Io l’ho vista la bellezza e ce l’ho stampata in cuore,
imbranata giovinezza a ogni antico nuovo amore.
Io non appartengo più, mi fa ridere lo ammetto,
ma vi giuro non lo faccio per malinconia o dispetto.
Non lo dico per stanchezza,
al calar del sipario su spettatori immaginari sono gli uomini la stizza,
sono i loro stupidari.
Così corrono ad Oriente e non c’è stella cometa e moltiplicano il niente per chiamarlo ancora vita,
come chi ha dimenticato,
come chi non ha provato,
come chi si è sorpassato,
non si è visto e ha continuato.
Io non appartengo a un tempo che non mi ha insegnato niente tranne che puoi esser uomo ma non diventare gente.
Io volevo ed erano voli di uno sparso, antico sogno,
per non rimanere soli, accecati nell’abbaglio.
Io non appartengo più,
e lascio uno spiraglio alla mia porta,
solo quando vieni fanno con l’amore di una volta.





3 commenti:

  1. Non seguo molto Vecchioni. Ma gli riconosco una memoria storico-musicale di primo piano. Uno degli ultimi cantautori ancora all'apice e appartenente alla vecchia scuola.
    Un sorriso per la giornata.
    ^___^

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    1. Infatti mi colpisce ogni volta la sua capacità di essere sempre all'apice come cantautore, altri della sua vecchia scuola ci stanno provando ma non con lo stesso successo, vedi de Gregori, direi anche Baglioni, nonostante tutti i suoi scenari ad effetto. Credo sia la sua apertura e contatto con i giovani da bravo professore di Storia e filosofia .Tante buone giornate a te.sorriso

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  2. Credo che la sua Poesia in Musica rappresenti in tutto e per tutto la sua personalità, passo dopo passo; oggi è qui con la non appartenenza, che è anche la mia, senza sentirsi sconfitto/i. Riprendo da oggi, se ce la farò, a visitarVi. Avevo già n mente di postare questa canzone (se youtube lo permetterà). Stamani non c'è stato verso di postare Autunno di Guccini nella forma da me scelta. Ti abbraccio.

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